Mio nonno mi ripeteva sempre:

Mio nonno mi ripeteva sempre..

"...Il calcio è peggio di un' amante, perché di lei ci si stanca, dello sport mai."

...come dargli torto?

domenica 2 settembre 2012

I Fattori limitanti dei test a navetta.



Il buon utilizzo dei dati derivati dai test di valutazione per la pianificazione dei lavori, è un ottimo strumento per l'incremento della performance.
L'utilizzo di strumentazioni tecnologiche quali i sistemi di telemetria o cardiofrequenzimetri, per il monitoraggio dell'atleta sotto sforzo, sono oggi il requisito minimo per garantire un corretto raggiungimento degli obiettivi predisposti. La valutazione del carico interno è, quindi, un parametro importantissimo per il controllo e la valutazione degli effetti allenanti sul nostro calciatore. 

La corretta analisi dei dati è di sicuro aiuto per integrare, con il lavoro “a secco” e non, il lavoro svolto in allenamento.

Ad oggi, molti sono i preparatori (soprattutto nei settori giovanili) che si affidano ciecamente a formule che possono limitare il lavoro reale, con il risultato di utilizzare, come unico dato di riferimento, l'occhio e l'esperienza. Volendo dare però uno sguardo critico agli studi compiuti sui test a navetta, essi hanno, dalla loro parte, la diretta correlazione con le azioni svolte in gara, ma, dall'altro canto, potrebbero sottostimare in misura le reali capacità dell'atleta. Proprio per questo motivo, l'utilizzo di apparecchiature, nemmeno poi troppo costose (forse poco più di un iPhone) e una corretta serie di dati provenienti dall'incrocio di più test mirati a misurare la stessa capacità, potrebbe sicuramente orientarci verso un lavoro più che preciso. Un interessante studio del Prof. R. Colli e coll., pubblicato dalla rivista Sds n°72, tenta di identificare uno dei fattori limitanti del test di Léger, ovvero il CE nei test a navetta. Partendo dal test di Léger e passando per i vari protocolli a navetta proposti - tra cui lo Yo-Yo test (Vedi articolo: Test a navetta: "Yo-Yo Intermittent Recovery Test" con etichetta: Test di valutazione Atleta) -. gli autori propongono di considerare le velocità massimali raggiunte nell'ultimo step come indicatrici della Vam, utilizzando calcoli teorici come predittori del VOMax del soggetto. Una nota formula, girata agli uomini da campo, è quella proposta da Bisciotti e coll. per meglio quantificare la Vam anche in situazioni di test a navetta, ed indica, tramite calcoli teorici, quanto può aumentare il CE di tale corsa alle varie velocità, riportando una formula:
VAM = 1,50 · velocità navetta – 4,01

Esecuzione pratica di un Test a Navetta
Un parametro particolarmente importante da verificare, però, è se l'aumento del CE nell'ambito della navetta, segua un equazione teorica rettilinea. Nello studio sopra citato, Colli e coll. hanno realizzato una serie di esperienze volte a determinare il costo energetico della corsa a navetta tramite metabolimetro portatile, ottenendo alcuni riscontri di un certo interesse scientifico, ma soprattutto pratico, vista la loro diretta applicabilità. Hanno misurato il CE della corsa continua messo in relazione a quello stimato nel correre tratti da 20 metri a navetta alla stessa velocità media (10,29 km/h); tale velocità deriva dalla possibilità di identificare ogni 20 metri ed ogni 7 sec.) in dieci soggetti.
Dall’analisi dei dati risulta che correre ad una velocità di 10,29 km/h a navetta, è responsabile di un CE maggiore dell’11% circa, rispetto alla corsa in linea.
La velocità, pertanto, conosciuto il CE ed il VO2 può essere cosi ricalcolata:
Velocità della corsa in linea = VO2 (navetta)/CE (corsa in linea)
In questo caso, pertanto, correre a 10,29 km/h a navetta, in termini di CE, equivale a correre in linea a 11,46 km/h. Ciò evidentemente è imputabile ad un maggior costo metabolico dovuto ad azioni muscolari di frenata e ripartenza.
Inoltre, quando si corre a navetta con metodica intermittente, il CE - a parità di velocità - è superiore del 8,1%, e ciò potrebbe essere spiegato:
  • dal possibile maggior costo in O2 dovuto alla resintesi della CPr;
  • dalla necessità di una ripartenza da fermo nella navetta intermittente che risulta meno economica rispetto al lavoro continuo, dove si utilizza sempre la componente elastica dei muscoli delle gambe, dovuta alla frenata ed alla ripartenza che evidentemente fanno risparmiare qualcosa in termini di costo metabolico.
      Lo studio è stato riproposto diminuendo la durata della fase attiva ed aumentando le intensità di corsa e  procedendo alla determinazione dei CE a velocità diverse. Dai valori ottenuti, è ricavata un’equazione che descrive l’andamento del CE della corsa a navetta su 20 metri a velocità diverse:
Corsa navetta 20 m = 0,0673 velocità navetta² -1,2732 velocità navetta + 11,576 R2 = 0,9981
Si possono quindi ricavare tutte le relazioni esistenti tra le diverse velocità a navetta su 20 metri e le velocità lineari corrispondenti.
L’equazione corretta perciò risulta essere:
Velocità in linea = 0,289 · velocità navetta² - 4,727 · velocità navetta + 30,36

Concluderei quindi con una provocazione ai più giovani preparatori come me: l'ausilio della FcMax e l'incrocio di diverse tipologie di test, mantenendo sotto monitoraggio il carico interno, può esserci d'aiuto per smettere una volta per tutte di lavorare ad ‘occhiometro…’ e lavorare in maniera più vera, soprattutto quando si è nuovi del mestiere?


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