Nel
corso del tempo, la ricerca di mezzi allenanti specifici per la
disciplina sportiva è stata oggetto di continue ricerche, volte allo
scopo di offrire al preparatore atletico mezzi di allenamento che
ricalcassero in maniera specifica il coinvolgimento di quelle
attività che un calciatore svolge in gara.
Nell'ambito
dell'allenamento della Resistenza, sono ancora molto diffuse, per
validità di raggiungimento dell'obiettivo e per esperienze comuni,
le esercitazioni “a secco”, che, rappresentate in percentuale di
gradimento, si riferisce solo al 7% dei calciatori.
Un'idea
molto diffusa attraverso gli anni, era quella che esercizi realizzati
con la palla non potessero costituire uno stimolo di intensità
sufficiente per il miglioramento dei meccanismi fisiologici
fondamentali per la resistenza (Helgerud et al., 2001).
Ma
ricordando che la performance nel calcio dipende da una moltitudine
di fattori tra cui le abilità tecniche e le qualità fisiche, ecco
come diversi autori hanno sottolineato l’importanza di utilizzare
esercitazioni specifiche come gli small-sided games (SSG),
nell’allenamento del calciatore, tenendo conto del ripetersi di
attività che si svolgono in partita con l'utilizzo degli stessi
gruppi muscolari coinvolti durante la competizione (Bangsbo 1998,
Drust et al., 2000 e Balsom, 1996). E la possibilità di replicare le
richieste fisiologiche di gara e lo sviluppo di abilità tecniche e
tattiche in modo specifico, dà ragione del fatto che molti
preparatori si siano rivolti all'utilizzo di esercitazioni con palla,
SSG appunto.
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Esecuzione pratica di uno SSG. |
A
mio parere l'utilizzo di tali esercitazioni, purché vengano proposte
in modo accurato e pertanto con l'utilizzo di uno scrupoloso
monitoraggio, può essere una buona alternativa alle sole
esercitazioni “a secco”, le quali, a lungo andare, anche solo per
monotonia, finiscono per risultare poco allenanti.
Analizziamo
quindi, secondo quanto si evince dalla letteratura e da validi lavori
di ricerca - come: Rampinini
E., Impellizzeri F., Castagna C., Abt G., Chamari K., Sassi A.,
Marcora S. “Factors
influencing physiological responses to small-sided soccer games”
su
Journal
of Sport Sciences, 2007”,
oppure: Hill-Haas
SV, Dawson B, Impellizzeri FM and Coutts AJ
“Physiology
of small-sided Games Training in Football”
pubblicato
su Sport
Med, 2011
- quelle che, a ragione, possono ritenersi le variabili che
rappresentano le limitazioni nel sottoporre un calciatore alle dette
esercitazioni, in quanto influenzerebbero l'intensità di esse. Prima
di prendere in esame le limitazioni, vediamo come possa essere
quantificata l'intensità negli SSG.
Generalmente,
la misurazione dell'intensità negli SSG viene determinata tramite la
misurazione della FC e l'accumulo di lattato ematico, oltre che
tramite l’utilizzo della RPE, ovvero la scala di percezione della
fatica. Non esistono studi che evidenzino che un indice sia migliore
dell'altro; pertanto, la strategia sta nello sfruttare in maniera
incrociata e combinata tutte e tre le misurazioni sopra elencate.
Al
fine di raggiungere l'obiettivo proposto, tra le numerose variabili,
quelle prese in maggior considerazione sono: le dimensioni del campo
e il numero di giocatori che vi partecipano, il tempo di lavoro e i
recuperi, la variabilità delle regole durante le esecuzioni e la
tipologia di incoraggiamento da parte dello staff durante
l'esercitazione. Risulta
pertanto di fondamentale importanza per la pianificazione
dell'allenamento e per il raggiungimento del target prefissato,
conoscere se, modificando queste variabili, la modifica di una sola
di queste variabili produca un effetto limitato, mentre il cambio
combinato di più di una sola di esse porti alla modificazione della
risposta fisiologica dell'esercizio proposto (Rampinini et al.,
2007). Significativi incrementi della FC, dell'accumulo di Lattato e
dell'RPE sono stati rilevati con un aumento delle dimensioni del
campo di gioco (Rampinini et al., 2007). Un altra variabile che
limiterebbe l'intensità dell'esercitazione è data dal numero di
giocatori che vi prendono parte. Una riduzione combinata delle
dimensioni del campo e del numero dei giocatori, porta ad un
incremento dell'intensità, verificato attraverso l'aumento degli
indici fin ora descritti. Per tanto l'aumento del numero dei
calciatori, non variando le dimensioni del campo di gioco, possono
indurre un abbassamento della FC. Allo stesso tempo, però, sembra
che l'intensità di gioco tenda a diminuire quando si aumentano
giocatori e spazi di gioco. Per tanto, uno dei fattori maggiormente
determinanti può essere il numero dei calciatori coinvolti. Una
quantità ridotta di corsa ad alta intensità, in una esercitazione a
numero ridotto di giocatori, porta comunque a una maggiore intensità
di esercizio, data la presenza di maggior numero di accelerazioni e
tocchi di palla e contrasti tra i pochi giocatori coinvolti. Ruolo
importante viene svolto dallo staff, in quanto l'effetto
dell'incoraggiamento sugli atleti, porta ad un aumento della FC del
Lattato e della RPA come riportato da uno studio di Rampinini et al.
nel 2007, dimostrando l'aumento di questi indici dal 3vs3 al 6vs6.
Dati
i molteplici vantaggi dal punto di vista teorico, vien fuori da sé
che questa metodica di allenamento presenti, però, limitazioni.
Inoltre, dal punto di vista pratico, l'individualità delle
caratteristiche di un calciatore rispetto all'altro e il suo grado ti
tecnica e fitness, possono risultare delle determinanti nel
raggiungimento di una sufficiente intensità di esercitazione.
Quindi, per evitare che possa diventare una metodica non valida di
allenamento, occorrerebbe verificare ogni aspetto in modo scrupoloso,
per far si che gli SSG risultino efficaci per tutti i giocatori. Si
potrebbe concludere che un’integrazione combinata di parti “a
secco” per quei giocatori che necessitano di una stimolazione
superiore, possa essere una buona strategia, a patto che la
strumentazione di misurazione del preparatore sia adatta a
quantificare il grado di allenamento nelle esercitazioni con palla.
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